Palazzo di largo d’Errico: il futuro che abbiamo visto.

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Venerdì 8 aprile 2016 nel ridotto del Teatro Stabile, si sono confrontati in due ore di dibattito, creativi, professionisti, imprenditori, amministratori sul futuro concreto di Palazzo di Largo D’Errico.

Ha introdotto il dibattito Enzo Fierro, Presidente del movimento We Love Potenza, sottolineando il collegamento tra questo evento e la Settimana delle culture digitali e mettendo così in evidenza che per Potenza è importantissimo entrare in un programma di respiro nazionale ed internazionale sul digitale.

We Love Potenza – ha sottolineato Enzo Fierro – è il movimento civico di chi ama Potenza e vuole contribuire a farla uscire dall’angolo in cui è relegata.

Ecco qual è l’idea del Movimento: “Palazzo di Largo D’Errico potrebbe diventare il luogo ideale in cui incubare imprese creative. Seguendo il disegno architettonico di riqualificazione del Palazzo, riteniamo sensata la proposta di trasformare l’edificio in un luogo pubblico destinato ai talenti locali.”

Il Movimento We Love Potenza si fa portavoce dell’esigenza di dar vita ad un incubatore per creare nuova occupazione, che rappresenterebbe un vero e proprio progetto di sviluppo territoriale. In questa visione, il Palazzo di Largo D’Errico sarà messo a disposizione delle associazioni per promuovere i talenti, fondando un vero e proprio “Palazzetto della Creatività”.

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Si è dichiarata appassionata di Palazzo di Largo D’Errico Giovanna Laguardia, giornalista della Gazzetta del Mezzogiorno, che ha moderato l’incontro.  La giornalista ha sottolineato il rischio che l’edificio possa trasformarsi in un bellissimo palazzo “vuoto”.

L’architetto Piergiuseppe Pontrandolfi, che in passato si è già occupato del Palazzo in questione, ha ricordato che negli anni Settanta lo stesso sarebbe dovuto essere demolito.  A suo parere a Potenza esistono circa 15 contenitori vuoti su cui i cittadini dovrebbero riflettere, operando una revisione complessiva e non mirata al singolo edificio.

Gianpiero Perri, esperto di politiche di sviluppo, ha individuato due strategie per il rilancio della città di Potenza: sottolineare il tema della creatività e rigenerare gli spazi. “Non bisogna seguire l’esempio della Silicon Valley, ma creare tante Small Valley”. A suo parere Matera 2019 deve diventare una pubblicità per tutta la Regione e Potenza deve esercitare un ruolo di Città-Capoluogo. Non poche preoccupazioni ha manifestato Perri per lo stop che la recente “questione petrolio” potrebbe portare alla crescita della Basilicata.

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Rossana Gaudiano, ha portato all’incontro i saluti di Gianpiero Maruggi, AD di Sviluppo Basilicata. Ha affrontato il tema di Palazzo di Largo D’Errico con grande interesse, ricordando un “buon esempio” di quattro anni fa, la realizzazione dei Centri di Creatività, da cui, a suo parere, bisogna ripartire. “È necessario individuare chi gestirebbe questi spazi. Come la Pubblica Amministrazione può entrare a far parte di questo processo? Sicuramente è importante creare connessioni tra le varie strutture coinvolte”.

Al suo intervento si è riallacciata Ida Leone, che ha parlato di due sue importanti esperienze professionali: il progetto Visioni Urbane e la Candidatura di Matera 2019. Proprio partendo da qui, ha proposto di dedicare Palazzo di Largo D’Errico ad una consultazione pubblica: i progetti più belli nascono dal basso.

Anche Alessandro Attolico, della Provincia di Potenza, non intende parlare della destinazione del singolo edificio. Partendo dalla sua personale esperienza sulle città resilienti, sente la necessità di un discorso integrato. A suo parere bisogna scendere sul territorio concretamente, partendo dall’esistente, per dare nuova forza a ciò che si vuole fare, adottando un approccio “multi-stakeholders” condiviso, pubblico-privato.

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“Palazzo di Largo D’Errico ha da sempre una vocazione innovativa. Non è vero che non si è mai pensato alla sua destinazione d’uso –  ha dichiarato Rocco Pergola, Assessore all’Edilizia e Pianificazione del Comune di Potenza – Quando è stata effettuata l’opera di ristrutturazione il Palazzo è stato fornito di impianti tecnologici, per garantire la fruibilità ed ospitare eventi di alto prestigio.”A suo parere l’impronta è stata già data e c’è bisogno di finalizzare il lavoro in questa direzione.

Ha preso la parola anche Roberto Falotico, Assessore alla Cultura della Città di Potenza affermando che ci sia bisogno di una “rigenerazione democratica”. Anche lui ritiene che il centro storico sia il cuore pulsante della città e che la città da esso debba rinascere, recuperando prima di tutto le certezze storiche. Anche il tema della digitalizzazione gli è particolarmente caro: “Potenza 2019” deve prepararsi e sfruttarne tutte le potenzialità.

Molto interessante l’intervento di Antonio Candela, il giovane Presidente di CDA Universosud Società Cooperativa, che nel 2012 ha fondato il primo Community Information Center in Europa, proprio a Matera. L’amministrazione ha assegnato al progetto, in qualità di sede, l’ex stazione delle FAL, dando vita, così, ad una rigenerazione urbana “indotta”: la riqualificazione di quella sede ha stimolato il processo di riqualificazione delle strade e dei negozi o uffici più vicini. Avevamo proposto stesso progetto anche al Comune di Potenza senza aver riscontro. Fortuna ha voluto che stesso centro aprirà anche a Potenza, all’ interno della Università degli Studi.

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Si è parlato ancora di innovazione con Luigi Catalani di Wikimedia Italia, che ha attivato varie attività con gli studenti. I ragazzi del Liceo Gianturco hanno creato un “wiki book” sul tema del cyber bullismo. Con Wikipedia c’è molto da fare su Potenza: in primo luogo è necessario selezionare le fonti e raccogliere le foto messe a disposizione dai ricercatori, per dare maggiore visibilità on line alla città.

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Per Giorgio Rutigliano, informatico,  è importante affrontare il tema della funzione complessiva della città che pure ha un profilo di città tecnologica e per queto, al di là dei contenitori che possono essere disponibili, il capoluogo di Regione potrebbe diventare un centro tecnologico all’avanguardia.

Antonio D’Andria, studioso di storia, ha dichiarato che la bibliografia di Potenza negli ultimi anni si sta molto arricchendo. Ha anche rilevato, però, un problema: esistono materiali di mostre, realizzate dal Comune di Potenza, che non vengono più rese disponibili agli utenti. Quasi un “museo che muore”. A questo punto Palazzo di Largo D’Errico, per la sua posizione geografica, potrebbe diventare, a suo parere, una biblioteca e un luogo di ricerca sulla città.

Antonio Margiotta, di Sviluppo Basilicata, vede nel Palazzo una sede da dedicare all’artigianato innovativo ed ha auspicato che comunque si faccia a Potenza una struttura per l’innovazione e il digitale . Salvatore Panzanaro, Responsabile del progetto Scuola Digitale e membro di We Love Potenza, pensa che la cittadinanza debba riappropriarsi di questi spazi.

Il punto di vista delle imprese è stato presentato da Francesco Perone, che ha evidenziato il problema del costo elevato degli affitti per commercianti ed aziende. Qui strategica potrebbe essere la riqualificazione di alcuni “contenitori vuoti” della città.

Maria Grazia Mazzeo pensa che Potenza non debba essere una città dei servizi, ma la “città dell’innovazione” e auspica che venga realizzata una “Agenda Urbana”, condivisa ed efficace.

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Grazie a We Love Potenza- ha concluso- ho la consapevolezza che Potenza può giocarsi le sue carte per un adeguato modello di governance che porti la smart revolution a invadere tutte le attività della città capoluogo.

In conclusione dei lavori, Enzo Fierro ha ringraziato i partecipanti e ha sottolineato come esista a Potenza una classe di creativi che non frequenta solo i social ma che partecipa e condivide quei percorsi di crescita e alta progettualità che We Love Potenza intende portare avanti.

L’incontro non è stato quindi solo un mero momento di confronto, ma un “vero” patto per e con i cittadini, finalizzato a far fruttare spazi importanti della città.